Chi sono

Il mio lavoro

Se esiste una frase che descrive il mio lavoro, quella frase la devo a Donlad Winnicott, psicoanalista britannico, il quale sosteneva che

“La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta. La psicoterapia ha a che fare con due persone che giocano insieme”.

Donlad Winnicott

Si tratta di una frase che apre alle possibilità creative della mente, alla possibilità di guardare con curiosità e fiducia ciò che ci accade, ponendo l’accento sulle risorse, che, noi tutti, come esseri umani, possediamo.

Così è nato l’interesse verso la psicologia e la psicoterapia, la necessità di approfondirne gli aspetti teorici con l’iscrizione alla Scuola C.O.I.R.A.G. di Torino e di sperimentare praticamente il lavoro clinico attraverso il tirocinio presso il Dipartimento di Salute Mentale Giulio Maccacaro ex Asl To2.
La relazione con i pazienti affetti da grave patologia psichiatrica mi ha insegnato ad attendere, a credere nel potere comunicativamente nascosto dei sintomi e ad accettare di non capire, testimoniando la propria presenza al di là delle parole.

La ricchezza di tale esperienza e i legami professionali intessuti nel corso degli anni, mi hanno permesso, nel 2010, terminata la formazione, di iniziare l’attività libero professionale con adulti e adolescenti dedicando particolare interesse alle problematiche relative all’ansia, alla depressione.

L’interesse per la psicoterapia e la necessità di approfondire ulteriormente le mie conoscenze mi hanno portata da iscrivermi all’Associazione Apragi, di cui sono socia dal 2010 e membro del Direttivo dal 2015. La spinta alla ricerca e all’approfondimento teorico respirato in Associazione, unito alla necessità di implementare gli strumenti da offrire ai pazienti mi hanno spinta ad integrare il mio approccio con l’utilizzo dell’EMDR e la Mindfulness.

L’Associazione Apragi mi ha, inoltre, permesso di collaborare con la Cooperativa Arcipelago di Torino di cui sono presidente dal 2014.

Il mio approccio

Credere di essere ‘uno’ che fa parte a sè, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un’illusione, peraltro ingenua…..il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perchè noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione”

A. Tabucchi “Sostiene Pereira”

Come descrive Tabucchi nel suo romanzo, secondo il modello gruppoanalitico, la mente è innanzi tutto costituita dagli incontri che abbiamo avuto con altri significativi, cioè la nostra identità si forma sulla base delle diverse relazioni che incontriamo nella nostra vita. Il piccolo cucciolo d’uomo, infatti, e di conseguenza la sua mente, si evolve e diventa tale in un lungo periodo di tempo essendo a lungo dipendente dalle figure di accudimento.
In questo senso il processo evolutivo della persona si colloca in un complesso intreccio di relazioni: il gruppo primario (famiglia), le diverse forme di aggregazione spontanee o organizzate (società e istituzioni), le matrici culturali (lo stato o la regione in cui siamo nati), le proprie origini familiari relative ad un passato lontano.

L’insieme delle esperienze relazionali interiorizzate costituiscono i punti di forza o per dirla con Tabucchi “le nostre diverse anime” che contribuiscono al nostro benessere ma, talvolta, condizionandoci eccessivamente o assumendo una forma rigidamente connotata sono responsabili del nostro malessere. Ciò determina una riduzione, spesso significativa, della capacità di vivere le situazioni che si presentano determinando l’insorgenza di ansia, fobie, depressione, problemi relazionali, somatizzazioni, fatica di vivere.

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